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Si allega la nota completa della Regione Lazio
Progettazione Integrata Territoriale Castel S. Elia e Nepi, Terra di Anacoreti
Risalente alla metà del X secolo quando faceva parte di un complesso monastico dipendente dal monastero di S. Ciriaco in via Lata a Roma.
La piccola chiesa di San Vito è ricordata in un documento del 1467. La struttura è, però, sicuramente più antica come dimostrano i resti di affreschi databili al XIV secolo.
La chiesa è stata costruita molto probabilmente nel 1467; sappiamo, infatti, che in quell'anno, a seguito di un'epidemia di peste che aveva colpito la città, la popolazione nepesina fece voto di costruire una Cappella in onore di San Rocco.
Risultato dei lavori eseguiti fra il XV e il XVI secolo su preesistenti roccaforti, è situato nel punto in cui con-fluiscono due corsi d'acqua : il rio Puzzolo e il rio Falisco
L'Acquedotto di Nepi è una delle architetture più particolari della Tuscia e del Lazio. Con la sua lunghezza di 285 metri, domina il panorama intorno alle grandi mura farnesiane del borgo.
(IV-V secolo) situate nei pressi del cimitero cittadino. Restituite recentemente al pubblico dopo un intervento ad opera della "Pontificia Commissione di Archeologia Sacra",
E' stata costruita nel III° secolo A.C. Inizia nel territorio di Nepi (presso la Valle del Baccano) e terminava a nord di Gubbio, dove si congiungeva con la via Flaminia.
Sono imponenti e mirabile opera di architettura militare del cinquecento fatte erigere, su progetto di Antonio da Sangallo il Giovane, per volere del Duca Pierluigi Farnese figlio del Papa Paolo III (Alessandro Farnese), nel 1537
L'insediamento medievale di Ponte Nepesino, fa parte dei Castelli rupestri nei dintorni di Nepi. L'abitato sorge su uno sperone tufaceo, protetto da alti precipizi.
Così denominata per la sua posizione strategica direzione Roma, questa porta è un esempio di come le fortificazioni di Nepi siano state adattate e modificate nel corso dei secoli.
I Cavoni sono delle tagliate viarie, delle trincee scavate nel tufo, con una lunga continuità d’uso che si protrae dall’antichità fino all’Ottocento.
Promontorio tufaceo immerso nell'ambiente, uno degli antichi spazi abitativi di Nepi dove si presume ci sia stato lo scontro fra romani e falisci
Il tratto, in parte basolato, porta direttamente al Fosso dei Tre Ponti, il cui nome non lascia equivoci, anche se di ponte ne è rimasto uno solo, per fortuna ben conservato.